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Tumore del seno, la donna al centro della prevenzione

11 luglio 2023

Tumore del seno, la donna al centro della prevenzione

«C’è bisogno di tenere alta l’attenzione sui tumori al seno. Ci sono numeri e dati su cui bisogna riflettere a fondo».

Luciano Keller è “nato chirurgicamente” a Napoli. Lascia, poi, l’attività ospedaliera e inizia la sua collaborazione assidua presso la Casa di Cura Maria Rosaria a Pompei, un centro di eccellenza anche nella cura del tumore al seno. Oggi è il responsabile dell’ambulatorio e del servizio di senologia della struttura.

«Da 35 anni faccio il chirurgo, e da più di 20 anni mi sono dedicato alla patologia mammaria. Posso dire con certezza che noi possiamo, in questa struttura, dare una risposta importante al discorso della patologia mammaria».

Dottore quali sono al momento i numeri di questa patologia sia sul piano nazionale che su quello campano?

«Guardi, oggi parliamo di 50 mila nuovi tumori all’anno che interessano la popolazione italiana. I numeri sono cresciuti anche in virtù del Covid perché, per 2 anni e mezzo circa, non si è potuta fare prevenzione e, una volta passata l’emergenza sanitaria, ci siamo trovati a gestire una situazione veramente importante. Di questi 50 mila tumori, e forse anche di più, circa 4,5/5 mila vengono diagnosticati nella nostra regione. È un numero enorme e quello che possiamo e dobbiamo fare è cercare di dare una mano alle donne che vanno incontro a questa problematica».

Essenziale, come in tante altre malattie, è la tempistica della diagnosi dottor Keller?

«Teniamo presente che la prima cosa che una donna deve fare per poter evitare di incorrere in questo problema è di pensare a se stessa ed eseguire una semplice auto palpazione: prendere la mano destra e poggiarla sulla mammella sinistra e viceversa. Per molte donne, capiamo che potrebbe risultare difficile riuscire fare questo tipo di pratica, ma è volontà nostra quella di cercare di indurre la donna a fare un discorso di prevenzione. Oggi la prevenzione è la cosa più importante perché andare ad operare una lesione tumorale di 1 centimetro è diverso che andare ad operare una lesione tumorale che supera i 2-3 centimetri. Questa è una cosa fondamentale per l’atto chirurgico e ciò che ne consegue. Oggi con lo sviluppo della tecnologia, si cercano di evitare quelle “demolizioni” che una volta erano così frequenti».

Qual è l’attività che svolgete alla Casa di Cura Maria Rosaria?

«Oggi noi pensiamo che sia opportuno riuscire a dare una risposta esaustiva alle donne che vanno incontro a questo tipo di problematica. In questa struttura, che si avvalora della Medicina Nucleare e della Anatomia Patologica, possiamo risolvere quelle che sono le problematiche delle donne dalla A alla Z. Intendo anche un discorso di natura profilattica: con ecografie, mammografie e tutto quello che concerne questo tipo di problema. Nel momento in cui una donna si rende conto che ha un piccolo nodulino, noi con le attrezzature della Casa di Cura Maria Rosaria possiamo fare tutto: agoaspirato, biopsia, intervento chirurgico e proseguire poi con l’atto terapeutico all’intervento chirurgico mediante il GOM (Gruppo Oncologico Multidisciplinare). Parliamo di un gruppo formato da vari specialisti dove al centro c’è la donna. Attorno alla donna girano il chirurgo, l’anatomopatologo, il radiologo, il radioterapista, il fisiatra, lo psicologo. Tutti esperti che cercano di risolvere la problematica della donna. Teniamo presente anche un’altra situazione: a distanza di circa 5 anni, il 93% delle donne può guarire del tutto. Potremmo addirittura, se si riesce a prendere la lesione in tempo, parlare di guarigione completa da questa malattia. Ci si rende conto come il problema risulti importante sia per quanto riguarda i numeri, sia da un punto di vista socio-economico. Io mi permetto di dire, come responsabile della senologia di questa struttura, che noi possiamo offrire il meglio per la risoluzione di questo problema. É inutile fare “viaggi della speranza” ed andare lontano da casa, por motivi sia economici che organizzativi oltre che psicologici perché la donna si trova, da un momento all’altro, a dover affrontare questa problematica importantissima».

Dopo la guarigione c’è poi una parte importante, quella post-intervento con aiuto alla ricostruzione.

«Oramai il chirurgo senologo non è più colui che demolisce la mammella, è colui che porta via la sua parte malata e che tende a ricostruirla. Oggi l’età della patologia mammaria si è abbassata di molto, ci troviamo ad operare anche ragazze di 27/28 anni. Pertanto si capisce bene quanto sia importante dare un aspetto cosmetico valido a queste donne che incorrono in questa problematica. Successivamente all’atto chirurgico c’è il discorso di carattere oncologico e radioterapico. Il GOM, nel gruppo oncologico multidisciplinare che afferisce all’Ospedale del Mare a Napoli, invia la donna in un percorso ben organizzato per poter proseguire il discorso di carattere terapeutico».

Lei ci crede fortemente.

«Noi ci crediamo. Abbiamo il dovere morale di offrire alle nostre concittadine un servizio efficiente e di qualità, per evitare che le pazienti si sentano sballottate da uno specialista all’altro. Mai potremmo proporre un servizio di tale importanza se non avessimo ottenuto l’adesione dei migliori esperti dell’argomento».

Al seguente link è possibile vedere il video integrale dell'intervista al dott. Keller: https://youtu.be/hodzs7MMVuc